Il legno è un materiale naturale, sostenibile per eccellenza e riciclabile all’infinito, che svolge un ruolo fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici proprio in virtù della sua capacità di assorbire anidride carbonica. Il legno è probabilmente la materia prima che meglio incarna i concetti di naturale, sostenibile e riciclabile.
L’uomo vi ha sempre fatto affidamento: da combustibile a materiale edilizio, dagli attrezzi agli arredi… le applicazioni sono innumerevoli, dimostrando come il legno sia un materiale estremamente versatile su cui continuiamo a fare grande affidamento. In aggiunta, il riciclo del legno a fine vita consente di “congelare” l’anidride carbonica stoccata, evitando così l’immissione in atmosfera di milioni di tonnellate di CO2 rispetto ad altri utilizzi, come ad esempio la termovalorizzazione.
Come si può non considerare il legno una risorsa preziosissima?
Una risorsa che quindi va protetta e utilizzata con cura, dato che non è infinita e la cui disponibilità dipende da una delle fonti di sostentamento della vita su tutto il pianeta: gli alberi e le foreste.
Riciclo e riutilizzo delle materie prime
Il legno resta un materiale molto durevole e longevo e, a fronte di una deforestazione sempre più grave, è bene utilizzare il più possibile quello già sul mercato incentivando il riciclo, il riutilizzo e il recupero dei prodotti in legno giunti a fine vita.
La gestione e il riciclo del legno nascono dal cosiddetto “decreto Ronchi” (decreto lgs. N.22/1997). In seguito a questo decreto legislativo vi è stata una radicale riforma della gestione dei rifiuti passando da uno smaltimento quasi completo in discarica a un nuovo sistema di gestione basato sulla raccolta differenziata e finalizzato a incentivare la raccolta, il riutilizzo, il recupero e il riciclo delle materie prime.
Basta mettere a confronto i dati di 20 anni fa con quelli dei giorni nostri: alla fine degli anni ’90 la gestione dei rifiuti in Italia era inefficace e confusa, la raccolta differenziata si attestava al di sotto del 9% e l’80% dei rifiuti solidi urbani veniva smaltito ancora in discarica; ora la situazione è più ordinata ed efficace, la raccolta differenziata è salita al 47,6% mentre lo smaltimento in discarica è diminuito del 26%. Inoltre, la quantità di scarti recuperati è passata da 13 MTon a 83,4 MTon.
Tra i meriti del Decreto Ronchi c’è la nascita del CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi), a cui oggi aderiscono circa 800.000 imprese, e dei relativi consorzi di filiera, tra cui Rilegno, dedicato proprio alla raccolta, il recupero e il riciclo degli imballaggi di legno.
E focalizzandoci proprio su Rilegno, sono 4 i suoi punti cardine:
- Prevenzione della produzione dei rifiuti, con l’obiettivo di ottimizzare le prestazioni degli imballi, estendendo e migliorando l’uso degli imballaggi;
- Raccolta, raccogliendo i rifiuti provenienti dalla superficie pubblica e dalle sedi industriali e commerciali;
- Recupero, estraendo materia prima dai volumi raccolti;
- Riciclo e riutilizzo, per favorire l’economia di manufatti ottenuti dal riciclo del legno.
La seconda vita dei rifiuti di legno
La gran parte di tutto il materiale riciclato è costituito da pallet, imballaggi industriali, imballaggi ortofrutticoli e per alimenti; ma una quota importante proviene dalla raccolta urbana, dove confluiscono materiali provenienti dal consumo domestico come vecchi mobili, cassette per la frutta o per i vini, tappi in sughero (avevamo anche esplorato alcune soluzioni creative e fai-da-te per riciclare dei rifiuti in legno).
La raccolta degli imballaggi e una prima lavorazione per ridurne il volume avviene nelle piattaforme convenzionate con il Consorzio, quindi il legno viene indirizzato ai centri di riciclo dove avviene il processo che consente al legno di intraprendere un nuovo ciclo di vita.
Il 97% del materiale legnoso riciclato viene trasformato in pannelli truciolari utilizzati dall’industria del mobile e dei complementi d’arredo. Oggi i produttori di pannello truciolare utilizzano principalmente legno che proviene dalla filiera del recupero post-consumo.
Altro aspetto fondamentale è la rigenerazione degli imballaggi, finalizzata al loro riutilizzo. Un processo che prevede diverse fasi.
Il riparatore individua i pallet che possono essere subito riutilizzati, quelli che necessitano di riparazione e quelli che non sono recuperabili. La riparazione consiste nella sostituzione degli elementi difettosi con semilavorati nuovi o usati; mentre la ricostruzione avviene attraverso il riutilizzo di elementi recuperati da imballaggi non più riparabili. Le parti non riutilizzabili dei pallet vengono trasformate, grazie al riciclo, in materia prima seconda.
La filiera della rigenerazione dei pallet in legno ha raggiunto numeri importanti anche nel 2020, con 827.772 tonnellate, ovvero oltre 60 milioni di pallet usati rigenerati e reimmessi al consumo.
Dei risultati davvero ottimi e che possono solo migliorare in ottica di economia circolare!