La Terra si sta surriscaldando; questo è un dato di fatto innegabile. L’aumento della temperatura terrestre è dovuto soprattutto alle attività dell’uomo che producono anidride carbonica e gas inquinanti in quantità nocive per il sistema-ambiente. È logico quindi che sia l’uomo a fare il possibile per rimediare ai danni ambientali che sta causando.
Una prima strada da seguire è quella di rivedere il proprio stile di vita in un’ottica più sostenibile e attenta all’ambiente: utilizzare auto meno inquinanti e privilegiare mezzi di trasporto a ridotto impatto ambientale; privilegiare l’uso di prodotti naturali, ecologici e che possono essere utilizzati più volte; ridurre i consumi e gli sprechi, soprattutto di prodotti monouso e/o realizzati con sostanze non biodegradabili; prestare più attenzione alla raccolta differenziata; avvalersi di energie ricavate da fonti rinnovabili; e molto altro ancora.
Ma anche adottando tutti uno stile di vita sostenibile, per combattere la crisi climatica non basta: oltre a ridurre le emissioni di anidride carbonica, dobbiamo anche compensare il nostro impatto ambientale contribuendo alla creazione e tutela di foreste in crescita.
Impatto zero significa assicurarsi che la quantità di nostre emissioni di gas inquinanti sia equiparata da un’uguale generazione di ossigeno e azioni di salvaguardia dell’atmosfera terrestre, in modo da non alterare il bilancio di anidride carbonica, metano e altri gas che la Terra produce naturalmente.
Contro il riscaldamento globale e la crisi climatica
L’effetto serra è indispensabile per la vita sulla Terra. Senza effetto serra la temperatura media globale sarebbe simile a quella che si registra al circolo polare: -18 gradi centigradi (°C) invece che 14°C.
I problemi cominciano quando le emissioni di CO2 causate dalle attività dell’uomo – come l’utilizzo senza limiti dei combustibili fossili – provocano un aumento eccessivo della concentrazione dei gas ad effetto serra in atmosfera causando i cambiamenti climatici.
Produrre tanta CO2 vuol dire aumentare l’effetto serra e, quindi, la temperatura media. Si verifica il fenomeno del riscaldamento globale.
Perché compensare la CO2
Per compensare l’aumento della CO2 bisogna aumentare la capacità di assorbimento. In natura questa è una proprietà tipica degli alberi. Gli alberi sono in grado di assorbire la CO2 e rilasciare ossigeno grazie al processo di fotosintesi clorofilliana. Il Protocollo di Kyoto ha riconosciuto il loro valore nella riduzione delle emissioni e nella lotta al cambiamento climatico. In particolare vengono suggeriti due tipi di intervento:
- riforestazione, piantare alberi su terreni che erano già occupati da piante ma che hanno subito la deforestazione;
- afforestazione, piantare alberi su terreni che non sono mai stati forestali.
Affinché una pianta sia in grado di assorbire il massimo di CO2 possibile è necessario che sia in crescita, cioè che non abbia ancora raggiunto la fase matura. Le piante in crescita che assorbono più CO2 sono quelle presenti nelle foreste tropicali perché godono di un clima migliore rispetto alle foreste con un clima temperato. Le foreste pluviali come l’Amazzonia, in Sudamerica, o come quella del bacino del fiume Congo, in Africa, attuano la fotosintesi per dodici mesi l’anno.
Il sistema dei crediti di carbonio
Inoltre le emissioni che non si possono eliminare possono essere compensate attraverso l’acquisto di crediti di carbonio (carbon credit) generati grazie ad attività di riforestazione e tutela di parchi e riserve naturali che agiscono come fossero i polmoni del nostro pianeta: “respirano” anidride carbonica e rilasciano ossigeno.
Cosa sono i carbon credit?
Per capire meglio cosa sono i carbon credit e come funziona questo meccanismo dobbiamo immaginare una “borsa” dove gli agenti finanziari non si scambiano azioni o pezzi di carta, ma crediti di CO2 creati grazie alla piantumazione di alberi o immessi sul mercato da aziende e da governi virtuosi che sono stati in grado di ridurre le emissioni dal momento in cui hanno deciso di mettersi alla prova. Ad esempio migliorando la loro efficienza energetica.